Cardinale Scola: ricordo di Capovilla, “un grande patriarca”. “Ci impegniamo a trafficare la preziosa eredità che ci lascia”

“Poco tempo mi separa dal redde rationem e io devo ridurre tutto ai termini più semplici. […] L’angelo della morte mi sta appresso da sempre; e non è uno scheletro con la falce in mano; è un raggio di luce che squarcia le tenebre”. Sono parole del card. Loris Capovilla che – ricorda oggi il card. Angelo Scola – pronunciò “come ringraziamento rivolto al card. Angelo Sodano inviato a Sotto il Monte Giovanni XXIII come latore della berretta cardinalizia da parte di Papa Francesco”. “Esse bastano – afferma l’arcivescovo di Milano a nome di tutti i vescovi lombardi – per esprimere, nello stesso tempo, il cordoglio di noi da cui si diparte e la gratitudine a Dio per averci donato la figura di questo grande patriarca”. “Prima da Patriarca di Venezia e poi da arcivescovo metropolita di Milano, ho avuto il dono – prosegue Scola – di incontrare don Loris e di intrattenere un epistolario con lui. Egli non ha cessato di alimentarci, aiutandoci ad approfondire la figura del ‘Papa buono’, soprattutto attraverso la saggezza della Parola di Dio e dei Padri della Chiesa, così pure scrutando i nuovi segni dei tempi”. “A nome dei vescovi della Conferenza episcopale lombarda e mio personale affido don Loris alle braccia misericordiose del Padre che è nei cieli, mentre tutti noi ci impegniamo a trafficare la preziosa eredità che egli ci lascia”.

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