Laicato: padre Spadaro (Civiltà Cattolica), “è chiamato ad avere gli stessi tratti del pontificato”

Roma, 26 maggio: il dibattito sul volume "Credenti inquieti" all'Istituto Sturzo. Nella foto, da sinistra: Spadaro, Zavattaro, Delle Foglie

“Un libro e un invito che mi hanno costretto a pensare”: padre Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, è intervenuto in serata alla presentazione del volume “Credenti inquieti” di Matteo Truffelli, presidente nazionale di Ac, nella sede dell’Istituto Sturzo di Roma. “Non mi piace parlare di laici – ha detto Spadaro –, nel senso che occorre evitare di partizionare il popolo di Dio”, di “suddividerlo tra sacerdoti, vescovi, religiosi, laici”. “Parlando per categorie si rischia di separare i laici dal resto del popolo di Dio”. Padre Spadaro ha ripreso a questo punto due testi di Papa Bergoglio, uno del 1995 e uno recente, una lettera al cardinale Marc Ouellet. “Il libro di Matteo Truffelli sembra voler uscire dalla schema del laico impegnato, da una visione elitaria del laicato”. Bergoglio non cita spesso il termine “laico”, osserva il gesuita, “si chiede piuttosto chi sia il cristiano”. “Il cristiano è colui, risponde Papa Francesco, che è chiamato a stare con il Signore. C’è qui un appello a recuperare la semplicità evangelica, che è di tutti i cristiani”. Bergoglio “sembra privilegiare l’appartenenza a un unico popolo, evitando le particolarità; il sacramento del battesimo ci ha resi un’unica famiglia”. Il direttore insiste: “Bergoglio non vuole sezionare il popolo di Dio. La Chiesa non è una setta di fedeli illuminati. Anzi il Papa mette in guardia dalla clericalizzazione dei laici. Il laico è piuttosto colui che trasforma la società facendo entrare i valori cristiani nella vita quotidiana, nella politica, nell’economia…”.

“Il credente inquieto di Truffelli non è solo il laico, ma ogni credente che è parte del popolo di Dio”. Padre Spadaro prosegue nella sua riflessione: “L’Ac si trova in una fase impegnativa e inquieta della propria storia, dovendo ‘discernere’ in una fase” in cui Papa Francesco chiede, preferisce “l’assunzione diretta della responsabilità”. “Sbaglia chi parla di una Chiesa che è in una fase di confusione, senza direttive: egli – ha aggiunto il relatore – sta sollecitando una libertà di spirito che richiede di esercitare la responsabilità del discernimento”. Da ultimo Spadaro ha evidenziato come Truffelli nel suo libro “sottolinei come il laicato sia chiamato ad avere gli stessi tratti del pontificato”: un “laicato profetico, di incontro (con lo stile del dialogo), che si fa carico dei drammatici problemi del mondo; un laicato del discernimento, un laicato in continua tensione, non pacificato, di frontiera”. Questa, ha concluso il gesuita, “mi sembra l’immagine dell’Azione cattolica dei prossimi anni”.

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