Scuola paritaria: Gontero (Agesc), “ostacoli economici discriminano famiglie. Rivedere finanziamenti”

Con la legge 62/2000 sulla parità scolastica “si è qualificato il carattere pubblico di una scuola in base alla funzione e al servizio che essa esercita, e non in forza dell’ente gestore, ma non si sono tratte le conseguenze di carattere finanziario necessarie per attuare la legge stessa”, anche se alcuni provvedimenti intrapresi negli ultimi anni “hanno dato un chiaro, anche se timido, segnale di inversione di tendenza”. Lo ha detto Roberto Gontero, presidente dell’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), al convegno “La libertà di educazione nel mondo. Rapporto globale 2015/16 della Fondazione Novae Terrae e Oidel” in corso oggi alla Camera dei deputati per iniziativa di Agesc, Cdo educative, Confap, Fidae e Fism. La Costituzione italiana, ha ricordato, riconosce la libertà di scelta educativa: “c’è quindi una scuola non statale che fornisce un servizio pubblico e ci sono famiglie che vogliono scegliere senza ostacoli economici, i quali si configurano come una vera e propria discriminazione” la scuola che ritengono più idonea per i propri figli. “Pur nell’assenza di dati puntuali – ha aggiunto – è ormai accertato che il sistema paritario fa risparmiare allo Stato circa 6 miliardi di euro l’anno”. Con la modifica costituzionale appena approvata e in attesa di referendum, il sistema di istruzione e formazione professionale “rientrerà nell’ambito della competenza legislativa dello Stato”; un “allargamento dei confini dell’istruzione” che secondo il presidente Agesc “dovrà necessariamente potenziare il carattere plurale dei soggetti che erogano il servizio scolastico e rivedere le forme di finanziamento” per evitare “il dissolvimento dei risultati positivi finora raggiunti, come dimostrano le Regioni che si affidano solo all’offerta degli istituti statali”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy