Religiosi: p. Cannistrà (Ocd), “ripensare la rotta”. No a “logica e retorica della continuità istituzionale e clericale”

“Le nostre priorità sono le nuove vocazioni o la ristrutturazione delle nostre presenze, ossia ampliare e ridurre” ma “i veri problemi non sono mai di tipo quantitativo, bensì di tipo qualitativo”. È uno dei passaggi della relazione di padre Saverio Cannistrà, proposito generale dei Carmelitani Scalzi, nella relazione di apertura dell’87ª Assemblea semestrale dell’Unione superiori generali (Usg) in corso al Salesianum di Roma fino al 27 maggio. “Abbiamo bisogno di elaborare una teologia è una spiritualità dell’attesa”, all’insegna della “capacità di restare nella storia, senza fuggirla, ma anche senza confondersi con essa, portandone le sofferenze e gli interrogativi senza risposta”. “Non è più possibile proseguire in una logica e una retorica della continuità (istituzionale e clericale), quando tutto ci parla di discontinuità e di rottura. Se abbiamo paura di parlarne – ha insistito -, se preferiamo limitarci a discorsi politicamente corretti, continueremo a cercare invano l’oggetto del nostro discorso sul profetismo della vita religiosa”. “La rottura, la discontinuità è nei fatti, è nella storia: a noi la scelta di lasciarci trascinare alla deriva da essa – ha concluso il preposito generale -, o di gettare l’àncora per avere la possibilità di ripensare la rotta”.

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