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Papa Francesco: udienza, “la preghiera non è una bacchetta magica”

foto SIR/Marco Calvarese

“La preghiera non è una bacchetta magica! Non è una bacchetta magica”. Il Papa lo ha ripetuto due volte, durante l’udienza di oggi, per spiegare come la preghiera “aiuta a conservare la fede in Dio e ad affidarci a lui anche quando non ne comprendiamo la volontà”. “In questo, Gesù stesso, che pregava tanto, ci è di esempio”, le parole di Francesco, che ha citato la lettera agli Ebrei: “nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito”. “A prima vista questa affermazione sembra inverosimile, perché Gesù è morto in croce”, il commento di Francesco: “Eppure la lettera agli Ebrei non si sbaglia: Dio ha davvero salvato Gesù dalla morte dandogli su di essa completa vittoria, ma la via percorsa per ottenerla è passata attraverso la morte stessa!”. “Il riferimento alla supplica che Dio ha esaudito rimanda alla preghiera di Gesù nel Getsemani”, dove “assalito dall’angoscia incombente, Gesù prega il Padre che lo liberi dal calice amaro della passione, ma la sua preghiera è pervasa dalla fiducia nel Padre e si affida senza riserve alla sua volontà: ‘Però – dice Gesù – non come voglio io, ma come vuoi tu'”. “L’oggetto della preghiera passa in secondo piano, ciò che importa prima di tutto è la relazione con il Padre”, l’insegnamento di Gesù. “Ecco cosa fa la preghiera”, la sintesi del Papa: “Trasforma il desiderio e lo modella secondo la volontà di Dio, qualunque essa sia, perché chi prega aspira prima di tutto all’unione con Lui, amore misericordioso”.

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