Ior: dimessi due membri. P. Lombardi, tra “qualche mese” la loro sostituzione

Due membri dello Ior (Istituto per le Opere di Religione) si sono dimessi. A renderlo noto ai giornalisti è stato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Si tratta di due membri del Consiglio di Sovrintendenza, Clemens Börsig e Carlo Salvatori, che “seguendo la normativa in vigore, hanno presentato nei giorni scorsi le loro dimissioni al presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior”. “Tale passo”, avvenuto una volta “completato positivamente” l’iter per la recente approvazione e pubblicazione del Rapporto annuale dello Ior, “va compreso nel quadro delle legittime riflessioni e opinioni circa la gestione di un Istituto di natura e finalità così particolari come lo Ior”. “I due consiglieri – si legge nel comunicato della sala stampa vaticana – hanno offerto un contributo competente e qualificato in questa fase importante per la stabilità e integrità dell’Istituto e la sua conformità non solo all’ordinamento interno vaticano ma anche agli obblighi assunti dalla Santa Sede a livello europeo. Il presidente della Commissione cardinalizia ha perciò ringraziato i due membri del Consiglio e ha accettato le loro dimissioni”. Inizia, quindi, “nel pieno rispetto delle procedure previste, la fase dell’individuazione e della valutazione di nuove candidature adatte per occupare i posti divenuti vacanti nel Consiglio di sovrintendenza”. “Comincia l’iter previsto per la loro sostituzione”, ha detto Lombardi, che interpellato sulla durata di tale processo ha risposto che “ci vorrà del tempo, anche alcuni mesi”, visto che “per Statuto ci sono scadenze che richiedono del tempo prolungato. Qualche mese è l’orizzonte temporale previsto”. Ad una domanda su quali siano i punti in cui ci sono opinioni divergenti tra i membri dimissionari e gli altri membri, il portavoce vaticano ha definito “normale” che ci sia “una differenza di opinioni sulla gestione di un istituto così particolare come lo Ior, che non è una banca. Importanti personalità del mondo bancario possono avere lecitamente posizioni differenti sui criteri di gestione”.

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