Sanità: Lorenzin, sanzioni più dure a chi maltratta anziani

(DIRE-SIR) – Sanzioni più severe per i maltrattamenti dei pazienti nelle strutture sociosanitarie. Li annuncia (mentre tiene banco un nuovo caso di maltrattamenti in una casa di accoglienza di Nuoro) il ministro Beatrice Lorenzin, nella risposta depositata lo scorso 27 aprile all’interrogazione della senatrice del gruppo misto, Emanuela Munerato sulla vicenda di villa Matilde in provincia di Parma. Per maltrattamenti e vessazioni a 12 ricoverati, in prevalenza affetti da demenza senile, sono scattati gli arresti domiciliari per sette operatori della struttura. L’indagine, condotta dai Carabinieri del Comando parmense di Neviano degli Arduini, era partita dalla denuncia di una tirocinante. Villa Matilde era gestita dalla cooperativa bergamasca, la Kcs Caregiver, convenzionata con il settore pubblico. L’Ausl di Parma ha provveduto a sospendere la convenzione in atto con la struttura ed è stato inoltre adottato il provvedimento temporaneo di sospensione dell’accreditamento. Il ministro ricorda dunque che nel disegno di legge a sua firma “AS 1324”, con le “disposizioni in materia sanitaria” e il cui iter è in fase di conclusione nella commissione Sanità al Senato, “all’articolo 6 è prevista una specifica disposizione, volta ad inasprire le sanzioni per i reati contro la persona, commessi in danno di pazienti ricoverati presso strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali o semi residenziali”.

Lorenzin aggiunge poi che “nel disciplinare per la revisione della normativa dell’accreditamento del 20 dicembre 2012, tra i requisiti per l’autorizzazione e l’accreditamento sono compresi quelli che riguardano l’umanizzazione e personalizzazione dell’assistenza”. Inoltre, “nell’ambito delle attività volte alla gestione del rischio clinico e alla promozione della qualità e sicurezza delle cure, il ministero monitora un pannello di eventi sentinella, tra i quali la ”violenza su pazienti nell’intento di richiamare l’attenzione di Regioni, Aziende e operatori sanitari sulla necessità di vigilare sul verificarsi di tali eventi, nonché sulle condizioni che li determinano e sulle azioni da mettere in atto per prevenire il loro accadimento”. E ancora: “In relazione alla violenza di genere le Regioni sono state inoltre incoraggiate ad attivare percorsi di sensibilizzazione degli operatori di pronto soccorso, di medicina generale, di pediatria di libera scelta e di continuità assistenziale, e ad elaborare specifici progetti inerenti alla prevenzione della violenza”. Finalizzati per esempio “ad individuare segni e sintomi ascrivibili alla violenza sessuale, fisica e psicologica, anche mediante schede di rilevazione per valutare l’entità e l’impatto della violenza subita”. A questo proposito, segnala il ministro, “i progetti presentati dalle Regioni nel 2012 sono stati 23, e 11 di loro promuovono azioni volte a tutelare le vittime della violenza di genere”. A tutto questo, conclude Lorenzin, “si aggiunga che il ministero, per il tramite dei Carabinieri dei nuclei antisofisticazioni e sanità, svolge un’attività di alta vigilanza per rilevare e deferire inadempienze, comportamenti impropri ed abusi”. www.dire.it

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