Agricoltura: Aiab, al via campagna per legalità e dignità del lavoro

(DIRE-SIR) – 430.000 lavoratori agricoli sottoposti al caporalato, 30.000 in più rispetto allo scorso anno, di cui circa l’80% immigrati, tra cui oltre 100.000 in condizioni di grave disagio abitativo e sanitario, 80 distretti agricoli caratterizzati da fenomeni di lavoro nero, irregolare e intermediazione illegale di manodopera, che dalle regioni meridionali, si è estesa anche al Nord, persino nei territori delle nostre eccellenze. In qualche caso, insieme a fenomeni di grave sfruttamento si registrano vere e propri fenomeni di intimidazioni, violenze fisiche e sessuali e persino di tratta come peraltro denunciato dagli organi di informazione. Questo il quadro allarmante che emerge dal terzo rapporto su “Agromafie e caporalato” dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil, reso noto giorni fa, in cui viene ricostruita la filiera dell’illegalità che attraversa il settore, cominciando dai campi di raccolta, passando per la macellazione delle carni o per il distretto vitivinicolo. Un quadro confermato peraltro dal recente IV° rapporto Eurispes e Coldiretti su Agromafie e crimini agroalimentari. Un quadro non nuovo ma tanto più allarmante poiché testimonia che, nonostante l’impegno dei sindacati e delle associazioni e i propositi del governo, non si riesce a contrastare i fenomeni e perché certifica come buona parte del mercato del lavoro agricolo sia dominato da gruppi della malavita organizzata nazionali e stranieri. Così in un comunicato l’Aiab.
L’osservatorio denuncia non solo la violazione dei diritti sociali e umani e la dignità dei lavoratori ma anche che una parte del sistema agro-alimentare, dalla trasformazione alla logistica, dall’intermediazione commerciale, alla determinazione dei prezzi al produttore, è attraversato lungo tutta la filiera da fenomeni di illegalità economica, con danni all’immagine dell’intero settore, agli imprenditori onesti, sottoposti a concorrenza sleale, e all’intera società, poiché sottraggono alle casse dello Stato ingenti risorse. Secondo alcuni studi il valore dell’economia sommersa e illegale in agricoltura sottrarrebbe alla collettività tra i 2 e 5 miliardi di euro tra evasione fiscale e contributiva. Il rapporto, che mette in guardia dal considerare tutto il settore agroalimentare caratterizzato da agromafie e criminalità, analizza anche quella vasta realtà di illegalità economica che, pur non essendo direttamente gestita da clan malavitosi, genera tuttavia vita una realtà di illegalità economica, ovvero a “quel complesso di fenomeni che non per forza utilizzano la violenza e l’intimidazione o il vincolo di omertà tra associati che ha reso (soprattutto negli anni di crisi economica) più labili i confini tra mercati legali e illegali, allargando a dismisura quella che da tempo definiamo la zona grigia, una vera e propria terra di mezzo nel quale condotte delittuose si confondono e si sovrappongono (per poi definitivamente sostituirsi) a modi di agire apparentemente legali”. Settori che si avvalgono, peraltro, da finanziamenti pubblici, continua l’Aiab.
Per contrastare questi fenomeni sabato 28 maggio sarà presentata a Roma e prenderà al via la campagna “Coltiviamo diritti. Campagna nazionale per la legalità e la dignità del lavoro in agricoltura” promossa dalla Rete antisfruttamento di cui fanno parte numerose organizzazioni e associazioni della società civile, associazioni dei migranti e braccianti, cooperative sociali, forze sindacali, reti di economia solidale e di gruppi d’acquisto, tra cui anche Aiab. La campagna si propone quattro obiettivi: promuovere strumenti per studiare e analizzare il fenomeno e l’applicazione delle norme vigenti, italiane ed europee, che portino allo sviluppo di politiche per un’agricoltura di qualità e rispettosa dei diritti; costruire iniziative che stimolino le imprese a comportamenti più attenti e eticamente sostenibili e diano ai consumatori migliori strumenti per compiere scelte di consumo più responsabili; costruire un’ampia rete multidisciplinare contro lo sfruttamento in agricoltura, per rafforzare le lavoratrici e i lavoratori, per l’emersione e la legalità del lavoro, per facilitare e proteggere chi reagisce e denuncia; sostenere una informazione responsabile, corretta ed oggettiva che favorisca una maggiore attenzione sul tema. La campagna chiede, in sostanza un programma nazionale di politiche sociali e interventi per garantire la tutela e i diritti del lavoro e politiche di indirizzo per un’agricoltura di qualità e un’economia del cibo più responsabile e sostenibile. Sono gli stessi obiettivi di Aiab che ritiene non possa esservi un’agricoltura di qualità, e soprattutto nel biologico, senza il rispetto dei diritti del lavoro e della legalità. Per questi motivi l’associazione promuove insieme ad altre realtà associative la campagna, conclude l’Aiab.

(www.dire.it)

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