Salute: mons. Pennisi (Monreale), “garantire assistenza spirituale a malati, familiari e operatori sanitari”

“La Chiesa, che a partire dal suo fondatore, si è qualificata come ‘comunità sanante’ vuole contribuire alla prevenzione e alla cura delle malattie, nel rispetto della persona e nella tutela del suo diritto a vivere in modo degno di un essere umano, al di là della sua nazionalità, religione e condizione sociale. In quest’anno giubilare della misericordia, siamo chiamati a coniugare insieme le opere di misericordia corporali di visitare i malati e di accogliere gli i forestieri scoprendo nei lineamenti di ogni malato il volto di Gesù Cristo, medico carnale a spirituale ma anche il misterioso paziente, che continua a soffrire nelle persone”. Così mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e delegato per la pastorale della salute della Conferenza episcopale siciliana, in apertura del XVIII convegno nazionale organizzato dall’Ufficio Cei per la pastorale della salute sul “Per una cultura dell’incontro e della pace: immigrazione, dialogo interreligioso e salute”. Parlando a quanti si sono ritrovati a Palermo, l’arcivescovo ha voluto porgere “una parola di incoraggiamento perché possiate essere mani, braccia, cuori che aiutano Dio a compiere i suoi prodigi, spesso nascosti. L’assistenza spirituale nell’ottica di una presa in carico complessiva della persona del malato, dei suoi familiari, degli operatori sanitari – ha detto mons. Pennisi – va garantita a tutti i cittadini, qualsiasi confessione religiosa essi professino, sia per coloro che sono ricoverati negli ospedali, sia per coloro che sono ospiti nelle strutture socio-assistenziali, sia per coloro che sono in famiglia, nelle loro case”.

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