Venezuela: mons. Padrón Sánchez (presidente vescovi), “siamo al bivio tra sottomissione assoluta o esplosione sociale”

Alle Caritas diocesane è vietata la distribuzione di cibo e medicine straniere. “Abbiamo chiesto al governo di autorizzare la Caritas ad avere accesso a medicine donate dagli Usa o da altri Paesi latinoamericani o europei, ma non ci è stata concessa”. Lo afferma al Sir monsignor Diego Rafael Padrón Sánchez, arcivescovo di Cumaná e presidente della Conferenza episcopale del Venezuela, parlando della situazione nel Paese. Le Caritas locali non possono nemmeno distribuire il cibo: “È vietato dalla legge, si rischia di andare in carcere. Non sappiamo come aiutare le persone”. I vescovi venezuelani appoggiano anche la proposta di referendum firmato da 2 milioni di persone. Lo ritengono “un diritto del popolo” anche se “il governo sta facendo di tutto per renderlo impossibile”. “Potrebbe essere invece uno strumento positivo per smorzare la tensione tra la popolazione – sottolinea -. Ma pensano che sia un attacco al presidente”. “È molto probabile che se il governo non mette in atto percorsi pacifici e democratici per dare una risposta alla gravissima situazione del Paese – avverte il vescovo – avremo a breve una esplosione sociale. Questo è uno scenario e una possibilità, che ovviamente non desideriamo”. “Stiamo andando verso una situazione molto simile, se non uguale, a quella di Cuba, dove il popolo è sottomesso – osserva -. L’ideale che sta seguendo il governo è condurre questo Paese alla massima povertà, al controllo assoluto della popolazione e delle istituzioni. Siamo tra lo scenario della sottomissione del popolo e quello di una uscita violenta da questa situazione”.

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