Papa Francesco: udienza, “nessun messaggero e nessun messaggio potranno sostituire i poveri”

“Per convertirci, non dobbiamo aspettare eventi prodigiosi, ma aprire il cuore alla Parola di Dio, che ci chiama ad amare Dio e il prossimo”. Ne è convinto il Papa, che sulla scorta della parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro, al centro dell’udienza di oggi, ha assicurato: “La Parola di Dio può far rivivere un cuore inaridito e guarirlo dalla sua cecità”. “Il ricco conosceva la Parola di Dio, ma non l’ha ascoltata, non l’ha accolta nel cuore, perciò è stato incapace di aprire gli occhi e di avere compassione del povero”, ha spiegato sulla scorta del brano evangelico: “Nessun messaggero e nessun messaggio potranno sostituire i poveri che incontriamo nel cammino, perché in essi ci viene incontro Gesù stesso”, ha ammonito il Papa citando il Vangelo di Matteo: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a Matteo”. “Nel rovesciamento delle sorti che la parabola descrive è nascosto il mistero della nostra salvezza, in cui Cristo unisce la povertà alla misericordia”, ha sottolineato Francesco. “Ascoltando questo Vangelo, tutti noi, insieme ai poveri della terra – ha concluso rivolgendosi ai 28mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro – possiamo cantare con Maria: ‘Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote'”.

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