Cardinale Bagnasco: “impossibile vivere di programmi e attività”. “Il lavoro generoso è per noi”

“Il primo modo per vegliare sul popolo che ci è affidato è quello di vigilare su noi stessi, sul nostro stare con Cristo”. Lo ha ricordato questa mattina il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’omelia della Messa celebrata nella basilica vaticana – nell’ambito dei lavori della 69ª assemblea generale -, festeggiando i 50 anni di ordinazione sacerdotale. “Il nostro stare con Cristo – ha aggiunto Bagnasco – è la condizione per poter stare con il popolo: in fondo al gregge per incoraggiare e sostenere i più deboli, in mezzo per ascoltare e capire le loro vite, davanti per dare l’esempio e la guida. Sappiamo ormai per esperienza che è impossibile vivere di programmi e attività, e che il lavoro generoso è per noi, il frutto è nelle mani di Dio”. Per la “nostra vita”, ha ricordato il cardinale, “c’è bisogno di serenità e di difficoltà, di purificazione e di prova, come anche di tempi di cammino gioioso con il Vangelo. Per questo, se guardiamo ai nostri anni trascorsi, insieme ringraziamo Dio per le ore buie e per quelle felici, per la libertà dell’obbedienza, sapendo che è meglio obbedire a chi si deve, per riuscire a non obbedire a chi non si deve”. Bagnasco ha poi sottolineato l’importanza dell’amore “per Dio e per il prossimo” che “porta con sé anche il carico della pazienza, dell’umiltà, della fiducia, sapendo che sotto i difetti degli uomini e le colorazioni della vita, sotto c’è sempre del buono”.

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