Card. Bagnasco all’Assemblea della Cei: Centro studi Livatino, “lettura corretta” della legge sulle unioni civili

“Leggiamo con una certa sorpresa la critica del ministro Alfano alle preoccupazioni espresse dal cardinale Bagnasco circa la legge sulle unioni civili”. Lo afferma Mauro Ronco, presidente del Centro studi Livatino. Il Centro studi ha ricordato con diversi documenti (fra cui uno sottoscritto da 600 giuristi, compresi ex giudici costituzionali) che la legge Cirinnà “individua un regime di unioni civili sovrapponibile a quello del matrimonio quanto al rito, ai diritti e ai doveri reciproci, fino alla legittima nella successione e alla reversibilità”, osserva Ronco in una nota. La Corte europea dei diritti, e con essa la Corte costituzionale italiana, “hanno sempre affermato che ogni Stato può scegliere se disciplinare le unioni civili in modo eguale o in modo distinto rispetto all’unione matrimoniale. Se però il singolo Stato opta per un regime sostanzialmente eguale, far restare fuori qualcosa dal regime delle unioni costituisce una discriminazione, secondo i parametri della stessa Cedu”. Con questa scelta, precisa, “– al di là di quanto pure prevede in modo esplicito il comma 20 dell’articolo unico della legge – lasciar fuori non solo la step child adoption, ma ogni tipo di adozione, suona discriminatorio e permette di ricorrere con successo alla Consulta e alla Cedu per vedersela riconosciuta. E’ l’effetto del rilievo pubblico conferito all’unione civile, e della sua conseguente equiparazione alla famiglia fondata sul matrimonio”. L’utero in affitto “ne sarà la logica conseguenza: sarà lo strumento con il quale una coppia same sex formata da uomini potrà sanare la ‘discriminazione’ costituita dalla loro impossibilità naturale di filiazione”. Il presidente dei vescovi italiani, conclude Ronco, “lo ha colto con puntualità, a differenza del ministro dell’Interno”.

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