Assistenza domiciliare: Ricciardi (Iss), “salvare Ssn, altrimenti pagherà chi non ha voce”

“Dobbiamo cercare di salvare questo grosso patrimonio che è il nostro Servizio sanitario nazionale, soprattutto per le troppe persone che sono abbandonate a se stesse. Occorre abbattere gli steccati ideologici quando si parla di salute delle persone; se non ce la facciamo pagheranno quelli che non hanno voce”. A lanciare l’appello è Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità e direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, intervenuto questa mattina al convegno sull’assistenza domiciliare presso l’Istituto. Un intervento breve dopo il quale, ha spiegato, era atteso ad una trasmissione per fare chiarezza su alcuni pericolosi allarmismi sui vaccini sollevati da un programma televisivo. Nel 2014, ha ricordato, il potere d’acquisto degli italiani è tornato ai valori del 1994: “Oggi 5 milioni di italiani sono sotto la soglia della povertà assoluta mentre la crisi ha portato a tagli progressivi della spesa sanitaria, e i servizi sanitari se c’è clientelismo e corruzione diventano insicuri e privi di garanzie per i cittadini”. I maggiori problemi “sono il controllo dei costi e le liste di attesa”, ha spiegato rammentando che dal 2001 ad oggi i divari nell’assistenza sanitaria tra regione e regione sono rimasti invariati: il rapporto nord – sud è di 10 a 1, “ossia per ogni cittadino della Sicilia o della Calabria al nord ne vengono assistiti 10”. Ricciardi ha inoltre lanciato l’allarme “grande epidemia delle malattie mentali di cui, dalla depressione lieve al disturbo psicotico, soffre il 30 % della popolazione italiana”. Il paradosso è che le regioni del sud spendono per la sanità il doppio rispetto a quelle del nord, ma molti cittadini sono costretti al “turismo farmacologico e terapeutico per cercare in altre regioni quello che non trovano nella propria, ad esempio per la maculopatia”.

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