Legge blasfemia: rischio violenze e scontri in un villaggio del Punjab, cattolici boicottati

In un villaggio della provincia pakistana del Punjab – Chak n.44, nel distretto di Mandi Bahauddin – c’è una situazione di calma apparente che nasconde il rischio di tensioni e violenze nei confronti della locale comunità cattolica (300 persone): nei giorni scorsi un addetto alle pulizie, Imran Masih, cattolico, è stato accusato di aver guardato un video anti-islamico su YouTube, picchiato e incarcerato dalle autorità locali che lo accusavano di aver violato la legge anti-blasfemia. Nei giorni successivi l’imam locale ha invitato tutti i cittadini a boicottare la comunità cattolica: “Non possiamo comprare niente nei negozi – ha detto un abitante del villaggio, Amir Ayub -, i contadini cattolici non vengono assunti”. I musulmani, secondo l’agenzia cattolica asiatica Ucanews, avrebbero minacciato i cattolici di convertirsi oppure andarsene dal villaggio. Masih è stato poi rilasciato dalla polizia, che si è rifiutata di registrare questo caso come violazione della legge ma è costretto a stare in un posto nascosto perché un imprenditore locale ha promesso una taglia di 1 milione di rupie a chi lo uccide. Nonostante le rassicurazioni della polizia numerosi cattolici si sono allontanati per timore di ripercussioni violente, come successo in passato in altri villaggi. Dal 1990 ad oggi almeno 65 persone, tra cui avvocati, giudici e politici sono stati uccisi a causa di accuse di questo tipo e lo scorso anno nel Punjab sono stati riportati 210 casi di accuse di blasfemia contro l’islam o il profeta Maometto.

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