L’Osservatore Romano: mons. Semeraro (Albano), adozione e affido dispongono “all’amore oblativo e gratuito”

“Comunione e fecondità costituiscono l’’essere’ della famiglia, anche sotto il profilo giuridico e istituzionale”. Lo scrive monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano, in una riflessione su “Amoris Laetitia”, pubblicata nel numero in uscita de L’Osservatore Romano. “Il tema della fecondità, soprattutto, la riguarda in modo particolare per la responsabilità propria dell’istituto familiare non soltanto in ordine alla ‘generazione’, ma ancora riguardo alle ‘generazioni’. È, dunque, in modo davvero appropriato e opportuno che nell’esortazione la questione ‘fecondità’ è declinata nelle sue attuazioni, ossia a livello di fecondità biologica e sociale e pure in rapporto a quell’altra fecondità, che è quasi al confine tra le prime due e che si realizza, per esempio, nei casi dell’adozione e dell’affido”, evidenzia il presule.
Con l’adozione e l’affido le famiglie, spiega monsignor Semeraro, “si aprono a una concezione e a un vissuto ampio e integrale di paternità e maternità, non circoscritti al significato genetico e fisico della fecondità, al vincolo strettamente “di sangue” delle relazioni genitori-figli, ma aperti nella società e nella Chiesa a genitorialità più estese e inclusive, di cui quella affidataria e, ancor più, quella adottiva di un bambino sono la forma più intensa e significativa”. In realtà, “quest’apertura preserva dal rischio dell’amore possessivo e captativo dei figli; dispone all’amore oblativo e gratuito, come pure libera dal familismo che centra le famiglie su se stesse, sul proprio interesse, sul proprio successo. Una famiglia affidataria e adottiva è per se stessa una famiglia aperta all’accoglienza e al dono. Su questo sfondo di senso e di valore è ben chiaro che la genitorialità adottiva non può essere assunta a paradigma di legittimazione della genitorialità eterologa, per la loro radicale diversità”.

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