Cardinale Dziwisz: “L’Europa trovi pace attraverso i suoi giovani”

(Dall’inviato Sir a Cracovia) – “Auspico che l’Europa possa trovare pace attraverso i suoi migliori ambasciatori, i giovani. Dobbiamo indirizzare le nuove generazioni verso la misericordia così che trovino pace essi stessi e la portino all’Europa e al mondo intero.”. Ad affermarlo è stato l’arcivescovo di Cracovia, cardinale Stanislaw Dziwisz, incontrando ieri gli oltre 50 tra giornalisti e delegati delle Conferenze episcopali europee, che partecipano al seminario sulla Gmg di Cracovia promosso dal Ccee e che si chiude oggi nella città polacca. Ricordando il tema della prossima Gmg (26-31 luglio), “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”, il cardinale ha sottolineato che “la Gmg è una festa di fede. Non è solo divertimento. È l’incontro gioioso con Cristo. Da quando furono ideate da san Giovanni Paolo II, ormai più di 25 anni fa, le Giornate della Gioventù sono diventate sempre più eventi di fede, spirituali. I giovani vogliono pregare. La Gmg di Cracovia sarà una grande festa di fede in cui si gioirà del nostro essere cristiani”. Nel suo intervento il card. Dziwisz ha ripercorso la nascita delle Giornate: “sin da quando era arcivescovo qui a Cracovia, Giovanni Paolo II ha sempre dato importanza alla pastorale dei giovani. Il Papa ha capito che i giovani cercano pastori, guide che sappiano dare loro delle risposte e ha cominciato a cercarli andando per il mondo. Nascono così le Giornate mondiali della Gioventù. Per parlare con i giovani bisogna avere carisma – ha aggiunto – senza è difficile avvicinarli. Papa Francesco ha un grande carisma la gente lo ascolta e lo segue”. Non è mancato un cenno alla situazione dei migranti in Europa: “qui in Polonia abbiamo oltre un milione di migranti provenienti da Ucraina e zone vicine. Siamo aperti ma con prudenza e responsabilità” ha spiegato il cardinale per il quale “non basta aprire le porte ma bisogna assicurare a chi arriva una vita dignitosa, scuola, assistenza, lavoro, tutto. Siamo aperti anche perché i polacchi nella loro storia sono stati costretti a fuggire all’estero. Sentiamo questa responsabilità per fare lo stesso con chi cerca una vita migliore. Non alziamo muri. In Polonia non abbiamo costruito muri” ha concluso.

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