Giustizia: Flick (giurista), “rispetto per la dignità delle vittime e dei colpevoli”

“Chi sta in carcere non sa cosa succede fuori. Chi sta fuori non sa assolutamente ciò che succede in carcere e perciò continua a rivendicare una ‘tolleranza zero’ e chiede che venga buttata via la chiave”. Lo ha affermato questa mattina Giovanni Maria Flick, ex ministro della Giustizia e presidente emerito della Corte Costituzionale, intervenendo al Salone del Libro di Torino alla presentazione di “La giustizia capovolta” (Paoline) di cui ha curato la postfazione. “Il carcere – ha osservato il giurista richiamando le parole di Papa Francesco – è diventato una discarica sociale dove isolare i diversi, quelli che fanno paura”. “Anche la situazione italiana, nonostante i passi avanti, non si discosta da questa analisi”, ha proseguito, evidenziando come “il primo paradosso è l’ergastolo che, essendo una pena senza fine, non può rieducare”. “Bisogna poi avere il coraggio di ammettere che il carcere c’è un trattamento contrario al senso di umanità”. Infine, “c’è il paradosso della morte in carcere per malasanità, violenza e stress, basti pensare ai suicidi”. Per Flick, “bisogna cambiare cultura. Il problema non è una legge o l’attuazione della Costituzione”. “Abbiamo fatto un passo avanti dalla giustizia retributiva a quella rieducativa. Ora – ha concluso – verso la giustizia riconciliativa dobbiamo compiere ancora un passo: dev’esserci rispetto per la dignità delle vittime – che rischiano di essere arruolate nella fabbrica della paura – e per la dignità dei colpevoli”.

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