Fondazione Centesimus Annus: don Fusco (assistente ecclesiastico Italia), “guardare alla dignità della persona e a valorizzarne la creatività nell’azienda”

“Il primo impegno è quello di guardare alla dignità della persona e a valorizzarne la creatività all’interno dell’azienda accogliendo la sfida che la realtà di oggi ci pone. Non c’è una ricetta che possa essere universalmente valida, però credo che partendo dal presupposto che ognuno di noi ha un dono, una capacità e dei talenti da mettere a frutto, questo può essere sicuramente il primo modo di coinvolgere il povero, detto tra virgolette, nelle operazioni dell’impresa”: lo ha detto don Gianni Fusco, assistente ecclesiastico per l’Italia della Fondazione, commentando i lavori del convegno internazionale della Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice su “Povertà e rifugiati,” in corso di svolgimento in Vaticano. Per don Gianni “il secondo passo da fare è quello di guardare alla distribuzione dei beni. Il Concilio Vaticano II ha parlato di una distribuzione universale dei beni, molto più semplicemente il Santo Padre ci invita a fare rete non solo in senso orizzontale tra le varie imprese, ma anche in senso verticale, cioè la dirigenza di un’impresa e le strutture intermedie che organizzano il lavoro dell’azienda tengano presente che possono e devono fare riferimento a tutte le persone che compongono l’impresa. Questo può essere un passaggio determinante per accogliere e contrastare la sfida della povertà”, ha concluso don Fusco.

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