“Leggetela, meditatela, pregateci, leggetela con serenità. E’ un nutrimento per la pastorale familiare”. Così il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, ha parlato dell’esortazione apostolica di Papa Francesco “Amoris Laetitia” in un incontro avuto ieri sera a Reggio Calabria su invito della diocesi. “Alla famiglia – ha detto il porporato –  chiediamo sempre tutto, ma facciamo fatica ad offrire qualcosa. Io mi sono sentito educare dal Sinodo, ho letto con occhi nuovi la realtà della famiglia”. Per il card. Menichelli, il Sinodo rappresenta “il riassunto” della “preoccupazione” di quattro pontefici: Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Dio ha scelto di “incarnarsi in una famiglia”, ha aggiunto, ma “questo mondo in cui viviamo non ama la famiglia. Noi dobbiamo essere capaci di far capire alle persone che la famiglia è rivelazione dell’amore di Dio e tu collabori con lui per questo. Noi siamo collaboratori”. Per questo nuovo impegno è “necessario che la comunità si costituisca grembo della famiglia. Anche la comunità infatti, e non solo il presbitero, ha una missione pastorale. E questa missione si realizza in una sola parola: grembo. La comunità deve essere grembo della famiglia, soprattutto di quelle che affrontano difficoltà. Dobbiamo ascoltare la famiglia, ascoltare il grido che viene dalla famiglia. Se c’è una realtà di famiglie ferite noi Chiesa non dobbiamo puntare il dito contro, ma dobbiamo prendere consapevolezza di queste ferite e accogliere queste famiglie”. Secondo il card. Menichelli, “non dobbiamo parlare di una pastorale per la famiglia, ma di una pastorale con la famiglia”. Introducendo il cardinale, l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova monsignorGiuseppe Fiorini Morosini, che ha voluto l’incontro, ha evidenziato come il “trasmettere la fede ai propri figli è un’esigenza che scaturisce dal senso stesso dell’essere famiglia, è una conseguenza naturale del matrimonio”.