Riforma Costituzione: padre Occhetta (Civiltà cattolica), tre “criteri di discernimento” per affrontare il referendum confermativo

Sull’appun­tamento referendario d’autunno, padre Occhetta sostiene – nell’articolo dedicato alla riforma della Costituzione, pubblicato sul prossimo numero de “La civiltà cattolica” – sia “l’occasione per rifondare intorno alla Costitu­zione la cultura politica del Paese. Non si tratta di un voto favorevole o contrario al Governo, ma di qualcosa di più e di diverso, che ri­guarda l’identità della democrazia”. Tutta­via “è prioritario chiedersi: cosa deve essere una Costituzione?”, “la riforma è di utilità del popolo italiano?”, essa “ha coinvolto le opposizioni?”. L’articolista fornisce a questo punto tre criteri da considerare e argomenta: “Per votare a favore o contro la riforma, va anzitutto compresa la logica referendaria: l’elettore è chiamato a dare un giudizio sin­tetico e globale”; “sarà piuttosto un parere favorevole o contrario sulle innovazioni del testo: la composizione, i poteri e la missione del nuovo Senato, il nuovo equilibrio tra Governo e Parlamento”. “Proprio perché la sovranità parlamentare e la sovranità popo­lare non sono in antitesi ma coincidono nell’istituzione del Par­lamento, il voto del referendum (che non richiede quorum) serve per verificare se i cittadini concordano sulla scelta del Parlamen­to nel revisionare la Costituzione”.

Il secondo criterio di discernimento riguarda “la coerenza e lo ‘sviluppo’ costituzionale. Secondo questo spirito, occorre valutare se le innovazioni proposte si muovono dentro un disegno di svilup­po e di adeguamento ai tempi oppure di inopportuna demolizione del testo precedente”. Infine, “il terzo criterio di discernimento è l’attenzione al merito, che va oltre le personalizzazioni e le strumentalizzazioni politiche del testo. L’elettorato è chiamato a pronunciarsi sul dettato, certamen­te non neutro, per approvarlo o bocciarlo, e sulle soluzioni in esso contenute”.

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