Cooperazione: domani ministero Esteri presenta a Bruxelles legge 125

(DIRE-SIR) – Cooperazione come strumento strategico per rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo, strizzando l’occhio agli obiettivi della nuova Agenda 2015-2030 (quella che sostituisce i più conosciuti Millennium development goals). È questo lo scopo ultimo della recente riforma della legge sulla Cooperazione, che verrà presentata domani agli eurodeputati di Bruxelles per spiegare “che l’Italia c’è e che ha un sistema molto più efficace di prima”, di cui godono “solo alcuni Paesi membri, non tutti”, come dice all”agenzia Dire Mario Giro, viceministro degli Affari esteri con delega alla Cooperazione internazionale. Con lui, lo stato maggiore della Farnesina: Giampaolo Cantini, direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs), Laura Frigenti, direttore dell”Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), e il responsabile del business development di Cassa depositi e prestiti (Cdp), Bernardo Bini Smaghi. Per il viceministro Giro la nuova legge 125/2014 è “un aiuto allo sviluppo più efficace rispetto al passato”, e “del tutto particolare e originale dell”Italia”, poiché “non prende ispirazione da nessun paese”, grazie all”introduzione di importanti novità.

La prima novità consiste nel coinvolgimento delle “organizzazioni della società civile e di altri soggetti senza finalità di lucro”, come afferma il testo di legge stesso. Ora quindi accanto alle ong, anche le onlus e tutte quelle associazioni che non svolgono attività commerciali e rispondono ai requisiti di “competenza, esperienza acquisita, capacità, efficacia, trasparente, efficacia e trasparenza”, possono avere accesso ai finanziamenti per le iniziative di solidarietà e sviluppo, in ottica sinergica con gli obiettivi individuati dal Maeci. Lo strumento del ”bando in loco” permette inoltre un coordinamento decentrato, che consente di sfruttare le forze già presenti nei territori a cui gli interventi sono destinati. Attraverso alla Legge di stabilità 2016 è stata inoltre confermata la volontà di dedicare più fondi, dopo i profondi tagli alla Cooperazione degli anni passati: se prima la quota del Pil riservata a questo settore non superava il 14%, nel 2015 si raggiunge la soglia del 21%, pari a 448 milioni di euro.

“Facciamo meglio degli Usa (19%) e raggiungiamo il Giappone (21%)”, come ha affermato il Ministero stesso. Oltre alla fetta destinata alle emergenze – 113 milioni – il resto andrà ai canali bilaterale e multilaterale. Ciò si traduce in un lavoro combinato con grandi organismi mondiali come l”Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) e il Global fund against Aids, Tbc and Malaria. Ma si punta anche ad approfondire la collaborazione con gli altri ministeri potenzialmente interessati, come quello dell’Ambiente. Non ultima è l”armonizzazione con le politiche stabilite dall”Unione europea, facilitando la partecipazione ai programmi di sviluppo. Infine, alla Dgcs viene affiancata la nuova Agenzia per la cooperazione allo sviluppo – la prima per definire obiettivi e orientamento, la seconda per identificare gli strumenti e i partner strategici – e una banca di sviluppo nell”istituto della Cassa depositi e prestiti. Quest’ultima è utile, secondo il viceministro Giro, a imporre il sistema del ”blending”, ossia la strada imboccata dalla Cooperazione per avere “accesso ad altre risorse”: fare quindi “leva con fondi pubblici sui soldi privati” nella realizzazione dei programmi, come dichiara in conclusione.

(www.dire.it)

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