Cardinale Parolin: presenta a Riga la “Laudato sì” nella traduzione lettone

A un anno dall’uscita della “Laudato si’” — firmata da Papa Francesco proprio nel giorno di Pentecoste 2015 — l’enciclica è stata presentata nella traduzione in lettone dal cardinale Pietro Parolin, nel corso della conferenza stampa svoltasi oggi alla Latvijas Universitāte. Giunto la sera precedente a Riga, ultima tappa del viaggio nelle Repubbliche baltiche, il segretario di Stato nel suo intervento ha citato vari brani del documento pontificio, evidenziando come i “gravi danni che la nostra casa comune sta subendo” coinvolgano non solo la dimensione “naturale”, ma anche quelle “sociali e culturali”. Ciò, ha spiegato, è conseguenza del fatto che “l’esistenza umana si basa su quattro relazioni profondamente interconnesse”: quelle che ognuno di noi ha “con Dio, con il prossimo, con se stesso e con la natura”: il mancato “equilibrio ecologico” tra queste provoca disastri. È per questo che la “sfida urgente per salvaguardare la nostra casa comune” determina “responsabilità individuali” e “collettive”: il tema del degrado ambientale, inteso nel suo senso più ampio, solleva infatti “domande sul nostro stile di vita personale”, ed è fondamentale riconoscere “errori, peccati, vizi e negligenze” per diventare dei veri “guardiani dell’equilibrio”. Di qui la “grande sfida culturale, spirituale ed educativa” posta dall’enciclica: se gli esseri umaninon la affrontano con un “chiaro orientamento etico, rischiano di adottare stili di vita dai risultati autodistruttivi”. Tuttavia, perl segretario di Stato, l’impegno personale non è sufficiente: occorre che il principio di sussidiarietà coinvolga l’intera comunità internazionale,  in modo da “adottare una prospettiva globale” che “ci obblighi a pensare in termini di un progetto comune”, partendo dalla consapevolezza che “per fronteggiare efficacemente i danni ambientali, è indispensabile vedere la lotta alla povertà e al degrado etico e sociale come obiettivi primari”.

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