Brasile: esperto, Rousseff paga recessione, si chiude era

(DIRE-SIR) -“La presidente è stata sospesa per presunte irregolarità di bilancio ma la verità è che l’impeachment è una mossa politica, impensabile senza i problemi economici deflagrati negli ultimi anni”: Daniel Fassa, esperto della rivista brasiliana “Cidade Nova”, parla con la Dire poche ore dopo la sospensione di Dilma Rousseff. “Un passaggio previsto che non è però la fine della crisi politica, destinata al contrario a proseguire”, avverte subito. L’assunto di base, confermato negli ultimi mesi da cortei, contrapposizioni e polemiche quotidiane, è la polarizzazione della società brasiliana. “Anche dopo il voto del Senato in favore dell”impeachment – dice Fassa – i brasiliani favorevoli a Dilma e al suo Partido dos trabalhadores continueranno a scontrarsi frontalmente con coloro che invece sono contrari e ora festeggiano la sospensione della presidente”. È probabile, sottolinea l’esperto di “Cidade Nova”, rivista cattolica con uffici di corrispondenza in diverse regioni del Brasile, che nelle prossime settimane continuino le manifestazioni di opposto colore politico: “Sono la conseguenza inevitabile di una crisi economica e sociale che solo in un secondo momento è finita su un piano costituzionale e giuridico”. Più delle irregolarità di bilancio, che sarebbero state avallate da Rousseff prima della rielezione nel 2014, peserebbero la recessione e la perdita di posti di lavoro. Secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2016 il Prodotto interno lordo del Brasile dovrebbe contrarsi del 3,8%, proprio come lo scorso anno. “In una situazione del genere è difficile che tra sei mesi il parlamento voti diversamente, restituendo la presidenza a Rousseff e togliendola al suo vice Michel Temer”, sottolinea Fassa: “L’era del Partido dos trabalhadores, 13 anni caratterizzati dai programmi sociali, rischia davvero di chiudersi”.
(www.dire.it)

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