Welfare: Squillaci (Fict), no a politiche “da ragionieri” che non mettono al centro la persona

“Le politiche nazionali fanno ragionamenti economici da ragionieri, invece di porre al centro la persona”: lo ha detto oggi Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict), a conclusione dell’incontro con i centri Fict “Costruire insieme il futuro…”, che si è svolto ieri e oggi a Roma. “Il sistema sanitario e sociale in Italia – precisa – è basato sulle singole prestazioni e non sulla presa in carico globale della persona. Le categorie sono sovrastrutture che ci siamo creati per semplificare le cose, ma la persona e la realtà sociale, oggi, è complessa. La chiave di lettura di questa realtà rimane sempre l’uomo. Le politiche nazionali fanno ragionamenti economico da ragionieri, invece di porre al centro la persona, scegliendo un approccio categoriale e prestazionale”. La Fict, al contrario, “è convinta che investire sulla persona non è un costo, anzi è un risparmio di risorse” ma non ci si può più limitare “ad assistere passivamente alla lenta agonia di un welfare fondato esclusivamente sulle risorse, sempre più deficitarie, e su un modello categoriale che pone al centro il problema e non la persona”. La Fict ha dunque intenzione di “partecipare al dibattito, proponendo e riaffermando la cultura della comunità, fondamento di un welfare generativo, che nasca dalla base e che sia capace di accogliere i reali bisogni”.
I centri della Fict si occupano di gioco d’azzardo, dipendenza da internet, disturbi alimentari, migranti, donne vittime di violenza, minori e malati psichiatrici. Accolgono “quotidianamente” in media: 586 migranti, profughi dislocati in 9 centri federati; 302 minori inseriti in 16 centri e 257 tossicodipendenti a doppia diagnosi in 19 centri. Dal 2009 al 2015 sono stati seguiti 647 giocatori d’azzardo in 20 centri.

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