Cardinale Bagnasco: “il rapporto con il mondo deve essere all’insegna della verità”

“Quanto silenzio oggi nel mondo, silenzio di noi cristiani, silenzio non di amore, come a volte deve accadere, ma di timidezza, di poco coraggio, silenzio di omertà culturale ed etica”. Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’omelia che ha pronunciato ieri sera nella cattedrale di San Lorenzo in occasione della Messa celebrata nel primo anniversario della morte del cardinale Giovanni Canestri, arcivescovo della diocesi genovese dal 1987 al 1995. “Quanto silenzio colpevole, quanta omertà culturale – ha proseguito il porporato – quanta prostrazione al pensiero unico e alla paura di essere derisi e giudicati fuori tempo. Quanto silenzio di cui siamo colpevoli ma – ha aggiunto – insieme all’Apostolo Pietro, diciamo che non possiamo tacere, non possiamo tacere per amore a Gesù e all’umanità, allo smarrimento diffuso, alla confusione di valori e principi sull’uomo, sulla vita e sulla morte, sull’anima immortale, sulla famiglia, sulla libertà vera”. “Il rapporto con il mondo, in ogni sua forma e tempo – ha precisato – deve essere all’insegna della verità, di ciò che siamo, sapendo che la prima forma di servizio al mondo, agli uomini, alla storia è la verità”. E, in quest’ottica, il silenzio dei cristiani “non è un silenzio di amore”. Piuttosto “si crede di accattivarsi le simpatie o di suscitare benevolenza e ascolto edulcorando il Vangelo, sorvolando pagine ed esaltandone altre, come se oscurando alcune parole impegnative e serie del Divino Maestro, aumentasse la luce sulla terra” ma, “in realtà aumenta l’errore”. Infatti, “il credente può solo rispondere con la verità del Vangelo che risuona nel grembo della madre Chiesa” e questa verità ci dice che “bisogna che il mondo torni a riconoscere che Dio è Dio perché solo così l’uomo potrà essere riconosciuto nella sua dignità perché gli uomini si possano riconoscere non solo simili ma fratelli perché figli di uno stesso padre, creati dal medesimo Dio creatore”.

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