Volontariato: Csv, “500mila servizi a 43mila associazioni nel 2014 ma risorse in calo del 20%”

La promozione della cultura del volontariato in Italia tra i giovani e il sostegno alle associazioni e organizzazioni che si avvalgono dei volontari: questo è lo scopo dei 370 sportelli che fanno capo ai 71 Centri di servizio per il volontariato (Csv) sparsi in tutta Italia. Oggi il Coordinamento nazionale dei Csv presenta a Roma il report annuale delle attività realizzate grazie alle risorse delle Fondazioni di origine bancaria e altre fonti di finanziamento. Nel corso del 2014 i Csv hanno fornito gratuitamente oltre 500mila servizi a 43.823 associazioni (di cui 31.347 sono organizzazioni di volontariato) e 50mila cittadini. Sono più di 2mila le iniziative realizzate, con oltre 95mila consulenze offerte in materia fiscale giuridica e amministrativa, fino alla concessione di 16mila mq di spazi ad uso esclusivo delle associazioni che hanno bisogno di una sede operativa (per un totale di 517 locali). Nelle scuole sono stati coinvolti invece 158.709 studenti di 1.478 istituti scolastici di ogni ordine e grado, in collaborazione con 2.592 organizzazioni di volontariato.  I Csv hanno organizzato, inoltre, 2mila attività formative (più 11% rispetto al 2013), per un totale di oltre 30mila ore di formazione che hanno coinvolto circa 37mila partecipanti e 9mila organizzazioni.

La nota dolente del report sono le risorse, in diminuzione del 20% dal 2011 al 2014 (100 milioni di euro nel 2011, 79 milioni nel 2014). Per i responsabili del Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato è “un dato che desta preoccupazione” anche in vista dell’ampliamento delle attività dei Csv previsto dal Ddl di riforma del Terzo settore appena approvato al Senato, che assegna ai centri il compito di “promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari italiani non solo nelle organizzazioni definite dalla legge 266 del 1991 ma in tutti gli enti del terzo settore”. “Un aumento dei servizi che con difficoltà potrà essere adeguatamente garantito senza una inversione di tendenza delle risorse finanziare necessarie”, denuncia il rapporto. La riforma del Terzo settore riguarderà oltre 300 mila organizzazioni no profit in Italia, che nel 2011 hanno generato un volume di affari pari a 63 miliardi di euro. La legge prevede molte novità, tra cui semplificazioni per il riconoscimento della personalità giuridica delle associazioni e l’istituzione di un Registro unico facilmente accessibile.

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