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Paesi Bassi: referendum boccia accordo Ue-Ucraina. Premier Rutte in difficoltà, esultano gli euroscettici

(Bruxelles) Il “day after”, il giorno dopo dei commenti. Nelle sedi istituzionali Ue non si parla d’altro che dell’esito del referendum consultivo olandese sull’accordo di associazione tra Unione europea e Ucraina, firmato nel 2014, entrato in vigore da pochi mesi con l’intento di sostenere le riforme a Kiev e di intensificare i rapporti economici e commerciali con il grande Paese dell’est (anche – benché non affermato esplicitamente – in chiave anti-Mosca). In Olanda hanno votato il 32,2% degli aventi diritto, raggiungendo il quorum (30%) per rendere valido il voto: il 61,1% degli elettori si sono espressi contro l’accordo, che era già stato ratificato da tutti gli altri Paesi europei. Ora il governo dell’Aia, guidato da Mark Rutte, il quale ricopre anche la presidenza semestrale del Consiglio dei ministri Ue, si trova di fronte a un bivio e deve verificare la sua posizione in Parlamento: procedere comunque alla ratifica dell’accordo internazionale oppure mediare con l’Ue e la stessa Ucraina una posizione differente. Il voto di ieri viene ovviamente letto in chiave anti-Europa e così esultano i promotori del referendum, spalleggiati da Nigel Farage, leader degli euroscettici britannici, che parla di “prova generale” per il referendum inglese del 23 giugno sulla permanenza o meno del Regno Unito dell’Ue. Mark Rutte, che aveva propagandato il sì all’accordo con l’Ucraina, dichiara: “L’accordo non può essere ratificato così com’è attualmente”.

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