Giustizia: Sabella (magistrato), “proporzionalità e umanizzazione della pena alla base del sistema carcerario”

Proporzionalità e umanizzazione della pena. Sotto la guida di questi principi il sistema penale si dovrebbe reggere in Italia, secondo Alfonso Sabella, magistrato e già sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo guidato da Gian Carlo Caselli, intervenuto oggi al convegno sul tema delle carceri e la funzione della pena promosso dall’Università Europea di Roma. Ai principi, inoltre, non dovrebbe mancare la discrezionalità del giudice: “Applicare la legalità rigida -ha spiegato Sabella – senza la discrezionalità del giudice non porterà mai a una rieducazione dell’individuo. Ma secondo il nostro codice, secondo una norma ferma al fascismo, il giudice è ancora sottoposto all’obbligo di motivazione della discrezionalità”. “Nella mia esperienza palermitana – ha ricordato – mi sono accorto che l’istituto dell’ergastolo deve essere mantenuto perché, d’altra parte, preferisco che lo Stato investa su chi effettivamente può essere rieducato”. Riguardo al tema del sovraffollamento negli istituti detentivi, Sabella ha affermato di essersi opposto al Piano carceri in passato: “Non capisco perché si debbano spostare i detenuti da un carcere all’altro in base alla disponibilità di posto invece di costruirne dove c’è più bisogno – ha commentato – , in questo modo si dividono le famiglie e non si permette alcun reintegro nel contesto sociale”. Il magistrato ha infine criticato la scelta compiuta da Rai uno di trasmettere l’intervista al figlio di Toto Riina, ospitato dal programma Porta a Porta. “La Rai – ha concluso – dovrebbe assolvere alla funzione di servizio pubblico, in questo caso minata perché si offre un modello sbagliato alla società e al pubblico che allontana dalla riabilitazione”.

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