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Paesi Bassi: referendum su accordo Ue-Ucraina. Ma l’obiettivo è rinegoziare il rapporto con Bruxelles

(Bruxelles) – “Non ci importa nulla dell’Ucraina”: Arjan van Dixhhorn, uno dei promotori del referendum che si svolge oggi nei Paesi Bassi riguardante l’accordo di associazione con l’Ucraina, è stato il più esplicito nel rivelare il vero intento dei sostenitori del “no”. Al centro dell’attenzione del voto olandese si pone infatti il rapporto tra Amsterdam e l’Unione europea e fra i diversi soggetti che hanno contribuito a far indire il referendum (raccogliendo oltre 400mila firme, rispetto alle 300mila necessarie) c’è l’esplicita volontà di “rinegoziare” l’appartenenza all’Unione. Gli ispiratori del voto si rifanno al referendum inglese del 23 giugno e tifano esplicitamente per il Brexit. Tanto è vero che a far campagna elettorale nei Paesi Bassi è stato invitato Nigel Farage, leader dell’Ukip, partito degli eurocontrari britannici. Il referendum è stato indetto in realtà per un parere, consultivo, sull’accordo commerciale con Kiev, già in vigore in forma parziale e temporanea, accordo che è stato ratificato dai parlamenti nazionali di tutti gli Stati Ue. Ma il premier olandese Mark Rutte (che ricopre anche il ruolo di presidente di turno del Consiglio dei ministri Ue) si è impegnato a rispettare l’esito del voto popolare. Per essere valido il referendum deve portare alle urne almeno il 30% dell’elettorato: i sondaggi fino a ieri si avvicinavano molto a questa cifra e in alcuni casi la superavano.

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