Papa Francesco a Lesbo: padre Voutsinos (Caritas Grecia), “sarebbe un grande gesto ed esempio”

La possibile presenza del Papa nell’isola di Lesbo, dove sbarcano i profughi, “sarebbe un grande gesto e esempio molto forte per tutti gli altri, anche se temo che i politici europei non lo ascolteranno granché”. Lo afferma oggi al Sir padre Antonio Voutsinos, presidente di Caritas Grecia, che però non era al corrente dei contatti in corso tra Santa Sede e Chiesa ortodossa sull’eventualità di una visita di Papa Francesco la prossima settimana. Padre Voutsinos è fortemente preoccupato per la situazione in Grecia, che “si sta complicando sempre di più” a seguito dei rimpatri verso la Turchia, iniziati ieri, per decisione dell’Unione europea. Sul territorio greco si trovano circa 50 mila profughi, sparsi tra le isole meridionali, Atene, il campo di Idomeni (circa 4/5000) al confine con la Macedonia ed altri insediamenti informali. Ieri sono stati rimpatriate in Turchia con due navi partite dall’isola di Lesbos oltre 200 persone, in maggioranza pakistani e bangladesi. “I profughi non vogliono tornare indietro verso la Turchia e stanno cercando di guadagnare tempo facendo richiesta di asilo politico – spiega il presidente di Caritas Hellas -. Ma se prima erano solo di passaggio ora sono costretti a restare qui e tutto diventerà più complicato. Di conseguenza aumenteranno i bisogni e le difficoltà nell’assistenza”. Caritas Hellas, in collaborazione con altre Caritas europee, ha attivi diversi programmi di aiuti umanitari a Lesbo, nelle isole meridionali, ad Atene e ad Idomeni, e assiste migliaia di profughi con il supporto di tantissimi volontari. “I greci hanno dato un grande esempio evangelico di solidarietà, nonostante la crisi economica che stiamo vivendo”, precisa. Nelle isole greche, intanto, “gli sbarchi continuano, anche se sono in diminuzione”.

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