Cinema: don Milani (FEdS), “sul caso ‘Vaxxed’ De Niro ha agito con responsabilità”

“Sul caso ‘Vaxxed’ Robert De Niro ha agito con responsabilità”. Lo scrive don Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, nell’editoriale “L’alibi della censura” pubblicato nell’ultimo numero della “Rivista del Cinematografo”, a proposito delle accuse di censura mosse da Andrew Wakefield (autore di uno studio sul rapporto tra la diffusione delle vaccinazioni e l’aumento delle diagnosi di autismo) contro l’attore americano per “la decisione di non presentare al Tribeca (festival newyorkese) ‘Vaxxed: from cover-up to catastrophe’, documentario curato dallo stesso controverso medico”. De Niro, spiega don Milani, “ha un figlio autistico, (in)volontario testimonial della lotta alla malattia, è particolarmente ‘esposto’ a proposito del film. Le scelte che farà saranno guardate con attenzione e magari provocheranno conseguenze in alcune comunità. È senso di responsabilità”. Inoltre, “ha la libertà di proporre ciò in cui si riconosce, o di non propinare ciò che è contrario alla sua visione del mondo”. Caso “in parte simile a quello capitato con ‘Weekend’, il film di Andrew Haigh, giudicato dalla Commissione nazionale valutazione film come ‘sconsigliato, non utilizzabile, scabroso’ per via di un ‘copione che indulge in qualche compiacimento che può risultare eccessivo’ e perché – parafrasando De Niro – ‘non credo che il film possa contribuire alla discussione’”. “Libero il distributore di far circolare il film in Italia, liberi i cittadini di vederlo, libero di esprimersi l’organismo che per la Cei valuta i film in vista della proiezione nelle sale parrocchiali  – sottolinea don Milani – . Inscrivere  questi casi nel falso binomio censura-limitazione della libertà è improduttivo: spacca solo legna buona da ardere sotto le pentole degli uffici stampa”.

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