Cardinale Ravasi: ricerca “componente fondamentale” dell’uomo. Veri scienziati hanno “spiritualità forte”

“La ricerca è una componente fondamentale dell’essere umano. Una vita senza ricerca, diceva Socrate, non merita di essere vissuta. In particolare, ricercare è fondamentale all’interno della scienza che, di sua natura, continua ad interrogarsi”; una domanda che “non è indifferente alla morale”. Per questo “gli scienziati autentici hanno una moralità forte, una spiritualità”. Lo ha detto questa mattina il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, nel saluto ai partecipanti alla terza conferenza internazionale sulla medicina rigenerativa che si è aperta in Vaticano per iniziativa del Dicastero, della Stem for Life Foundation e della Stoq Foundation (Aula nuova del Sinodo, fino al 30 aprile). Tema dell’incontro, che segue quelli del 2011 e del 2013, “Cellular Horizons. How Science, Technology, Information and Communication Will Impact Society”. Dopo avere ricordato l’importanza del luogo che ospita l’assise, il card. Ravasi ha precisato: “Lo sfondo della riflessione è quello dell’antropologia, della dimensione umana” perché la patologia “non è soltanto una questione cellulare e biologica, ma è anche simbolo e metafora”, come sostiene in un suo libro del 1978 la scrittrice americana Susan Sontag. Ed è “questione esistenziale, filosofica, teologica e religiosa”, ha aggiunto Ravasi ricordando che l’umanità “ha iniziato la sua ricerca filosofica” con il papiro 3024 di Berlino, “probabilmente composto nel 2200 a. C., intitolato ‘Il dialogo di un suicida con la sua anima’”. “Il Pontificio Consiglio patrocina questa ricerca scientifica, culturale e spirituale” perché “è come un itinerario comune”, ha osservato il presidente del Dicastero ricordando che domani alle 12 si terrà in Aula Nervi l’udienza con Papa Francesco, preceduta dall’intervento del vicepresidente Usa Joseph Biden. Infine con un caloroso “todah”, termine ebraico che indica al tempo stesso “grazie” e “lode, ammirazione”, rivolto a tutti i presenti, medici, ricercatori, pazienti, donatori, diplomatici, il card. Ravasi ha chiuso il suo saluto.

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