Rifugiati e opinione pubblica: p.Micallef (Gregoriana), “i gesti provocatori del Papa sfatano i miti”

“Il Papa che trasporta i migranti sull’aereo è un gesto di provocazione che aiuta a superare il mito, così come l’appello ad ogni parrocchia, istituto religioso ad ospitare un rifugiato”. Lo ha detto padre René Micallef, gesuita, durante la sua relazione al seminario di studi su opinione pubblica e rifugiati in Europa “L’insostenibile leggerezza della percezione”, in corso oggi pomeriggio alla Pontificia Università Gregoriana, a Roma, per cercare di sfatare i miti negativi costruiti intorno al fenomeno della mobilità umana. Papa Francesco, ha osservato, “sta facendo di tutto per farci toccare con mano la situazione ed aprirci alla realtà dell’altro”. Il Papa, ha proseguito il gesuita, “non ama fare l’elenco dei doveri, delle norme, dei diritti da rispettare. Riconosce le difficoltà della vita nelle periferie, perché non è facile per gli autoctoni poveri vivere nei quartieri disfunzionali con gli immigrati poveri, frustrati e viceversa. Chiede perciò una conversione dello sguardo e del cuore”. Il docente ha poi ripercorso, da un punto di vista etico e filosofico, l’approccio al tema dell’accoglienza dei profughi: “Nelle varie tradizioni etiche classiche – ha fatto notare – l’ospitalità è dovuta a tutti i profughi, che non sono veramente pericolosi. Oggi invece si fa fatica a mostrare ospitalità perfino ai rifugiati ‘doc’ che soddisfano tutti i criteri della Convenzione del 1951. C’è un dovere etico ma molti non lo percepiscono nemmeno; c’è un dovere legale ma si fa di tutto per non farli arrivare nei Paesi ricchi”. Tutto ciò ricordando che “su 60 milioni di rifugiati nel mondo solo 2 milioni sono in Europa e nei Paesi ricchi, gli altri sono in Paesi poveri o in via di sviluppo, tra cui 4 milioni di siriani tra Libano e Giordania”.

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