Cardinale Bagnasco: “il mondo ha bisogno di riconoscere Dio”

Nella nostra società “la fede è la questione principale” e “l’annuncio di Dio è il primo compito che abbiamo in questa ora della storia”. “Il mondo, e in particolare l’occidente, ha estremo bisogno di riconoscere Dio” perché “se l’umanità dimentica Dio, non saprà più riconoscere il volto dell’uomo e questo già accade. È un segno dei tempi che abbiamo il dovere e il compito d’indicare e, prima di tutto, di vivere nella nostra vita”. Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, durante la Messa che ha celebrato ieri sera in occasione della Messa giubilare di fine anno scolastico per gli studenti, i professori e il personale dell’Università del capoluogo ligure. “Sempre più nella nostra cultura occidentale e nella nostra società – ha affermato il porporato – va oscurandosi il senso di Dio e, venendo meno il senso di Dio, viene inevitabilmente meno il senso dell’uomo”. Infatti, “venendo meno la trascendenza, l’immanenza si oscura e si ritorce contro se stessa e si autodistrugge” tanto che “lo vediamo attraverso molteplici segni che, come credenti e come cristiani, non possiamo sottovalutare”. “La nostra società e la nostra cultura occidentale – ha proseguito – credono di emanciparsi tanto quando si emancipano dal divino, dal senso del mistero e dalla dimensione del sacro quasi che il sacro si opponesse al profano e negasse l’umano”. “Ma – ha proseguito – mistero e sacro sono sinonimi. Il mistero ci avvolge costantemente da tutti i lati” a cominciare dal “mistero della vita, che è più grande di noi, che ci precede e di cui non possiamo dunque essere padroni ma solamente amministratori buoni, grati e rispettosi” e dal “mistero del tempo che ci stringe, a volte ci angoscia, ci tormenta”. “Tutto – ha sottolineato il cardinale – ci conduce a dire una parola: mistero, infinito, eterno, sacro, indisponibilità della vita, grandezza che ci precede, ci accompagna e ci avvolge. Tutto ci indirizza, ci invita ad alzare lo sguardo e a riconoscere un nome: Dio”.

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