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Serbia: Krastev (analista politico), “dopo il voto prosegue percorso verso Ue. Ma vero problema è la povertà”

I risultati ufficiali dalle elezioni anticipate legislative in Serbia, svoltesi domenica, confermano la preannunciata vittoria del Partito del progresso (Sns) guidato del popolare premier filoeuropeo Alexander Vucic. Con il 48,25% dei voti i progressisti avranno circa 130 dei 250 seggi nel parlamento unicamerale. A larga distanza, con l’11%, segue il Partito socialista, finora alleato dei progressisti, mentre al terzo posto è il Partito radicale serbo, guidato dal nazionalista antieruopeo Vojislav Seselj, assolto in prima istanza dal Tribunale dell’Aja in relazione ai fatti della guerra degli anni ’90. Nel parlamento serbo entrano altre quattro formazioni politiche con risultati attorno ai 5%. L’affluenza alle urne è stata del 56,34%. “La vittoria di Vucic significa che il cammino verso l’Europa proseguirà – commenta al Sir l’analista politico e giornalista Nikolay Krastev –anche se i progressisti volevano superare il 50%”. “Il ritorno di Seselj dopo otto anni fuori dal parlamento aumenterà la retorica nazionalista, ma non credo che influirà sulle scelte strategiche”. A suo avviso, “la Serbia continuerà a collocarsi tra Bruxelles e Mosca a causa dei rapporti economici e commerciali con la Russia”. “Le vere minacce – afferma Krastev – sono povertà, disoccupazione e mancanza di prospettive per i giovani”. “Belgrado deve cambiare l’intero sistema dell’amministrazione statale e si aspettano riforme economiche dolorose”. “La gente non vede soluzioni rapide, l’Ue sembra lontana e molti serbi non sono convinti che questa sia la loro strada”.

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