Osservasalute 2015: in prevenzione solo il 4,2% della spesa sanitaria. Vaccinazioni sotto il minimo

In sanità, la voce “prevenzione” (vaccinazioni, screening, tutela della collettività e dei singoli dai rischi negli ambienti di vita e di lavoro, sanità pubblica veterinaria e tutela igienico-sanitaria degli alimenti) è “trascurata” a livello di finanziamenti e di singoli cittadini, fa notare il “Rapporto Osservasalute 2015” presentato questa mattina a Roma, al Policlinico universitario “Agostino Gemelli”. Secondo l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, il nostro Paese destina appena il 4,2% della spesa sanitaria pubblica totale alla prevenzione, circa 4,9 miliardi di euro, mentre la percentuale di spesa prevista dal Piano sanitario nazionale (fissata nel Patto per la salute 2010-2012) è del 5% ma sono poche le Regioni che la raggiungono. A livello nazionale mancano “all’appello” 930 milioni di euro. Dagli indicatori relativi all’erogazione dei Lea emerge che a non rispettare gli standard stabiliti sono le regioni in piano di rientro. I cittadini, da parte loro, dimostrano “scarsa attenzione” alle vaccinazioni. Se nel 2013, per quelle obbligatorie (tetano, poliomielite, difterite ed epatite B) si registrava il raggiungimento dell’obiettivo minimo stabilito nel vigente Piano nazionale prevenzione vaccinale pari ad almeno il 95% di copertura entro i 2 anni di età, nel periodo 2013-2014 si registrano valori di copertura al di sotto di questo obiettivo. Stesso andamento per vaccinazioni raccomandate, quali anti-Hib e pertosse. Significativo il calo tra gli over 65 del vaccino antinfluenzale, pari oggi al 49%, ben al di sotto dei valori considerati minimi (75%).

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