Periferie: Olivero (Sermig), “impariamo la cultura e la prassi della bontà che disarma”

“Abbiamo davvero la possibilità di indicare la strada di una nuova umanità improntata sull’amore”. E “c’è bisogno di intere comunità, c’è bisogno di ricostruire un tessuto nuovo, c’è bisogno che la Chiesa tutta si converta a questa missione e lo faccia subito!”. Di questo è convinto Ernesto Olivero, come ha spiegato oggi pomeriggio intervenendo a Ostuni al 2° corso “Campi aperti: giovani ed impegno sociale”. Per il fondatore del Sermig, “sarebbe bello che in questo Giubileo, noi cristiani riuscissimo a far rivivere le pagine splendide della Lettera a Diogneto: ‘cristiani come persone che si vogliono bene, rispettano le leggi, vivono nella loro patria ma come forestieri, dimorano sulla terra ma hanno la cittadinanza in cielo; non gettano i neonati, vivono del loro lavoro, non si distinguono per un abito particolare ma sono riconoscibili per la bontà; quando sono maltrattati, ingiuriati e condannati benedicono. Sono l’anima del mondo’”. Secondo Olivero, “anche noi possiamo essere così. Cristiani che si amano, che non parlano mai male di nessuno; che quando sanno di un problema, di una povertà si fanno in quattro senza attendersi un grazie; che credono nella luce e nel perdono alla portata di tutti; che non condannano nessuno, perché sono come Gesù, che non condanna, ma ama. Continuamente”. Infatti, “non basta dire sì a Dio una volta per sempre e poi chiuderci nel nostro sì, occorre puntare sull’amore che è nuovo ogni giorno, che crea vita intorno, proprio come una nuova creazione. Un sì che attrae e che diventa bene per quelli che ci avvicinano”. Di qui l’invito: “Impariamo la cultura e la prassi della bontà che disarma, l’unica chiave per incontrare e dialogare con l’uomo. Impariamo ad essere ricercatori di giustizia e persone solidali che sanno indicare strade e soluzioni buone, che praticano un’economia buona, una politica buona, regole buone, confini buoni, un potere a servizio del bene. Noi donne e uomini di misericordia possiamo essere oggi il sale della terra, come ci ha insegnato Gesù”.

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