Migranti: Rolandi (La Voce del popolo), “lasciamo retorica e populismi nelle piazze reali e virtuali ”

“Lasciamo retorica e populismi nelle piazze reali e virtuali proponendo un nuovo stile di vita. Si deve cambiare per non perire, si dovrà cambiare tutto o quasi per vivere”. Lo afferma Luca Rolandi, direttore de “La Voce del Popolo” e “LaVocedelTempo.it”, nell’editoriale “Loro siamo noi” pubblicato sul numero in uscita domani del settimanale torinese “La Voce del Popolo-Il Nostro Tempo”. “Da Lesbo al Mare Mediterraneo, uomini, donne e bambini, muoiono o riescono a trovare la salvezza sulle nostre coste europee. Sono in fuga da guerre e violenza, dalle persecuzioni, dall’indigenza assoluta”, ricorda Rolandi, per il quale “tutto si consuma sotto i nostri occhi spesso distratti e indifferenti e si moltiplicano le disuguaglianze originate dalle ‘strutture di peccato’ descritte da Giovanni Paolo II nella ‘Sollicitudo Rei Socialis’”. “Nel fondo della coscienza collettiva e individuale, di un mondo ricco, sazio e impaurito – ammonisce il direttore – c’è sempre l’atteggiamento della giustificazione. Sono gli altri che devono cambiare: i politici, le istituzioni, gli organismi internazionali, nazionali, locali, l’economia”. “Non partiamo mai da noi”, aggiunge, “non inizio mai da me stesso”. “Il mondo spinge, travolge, muta e noi continuiamo a sognare il passato, l’età dell’oro e della prosperità, gli improbabili paradisi artificiali di beni e consumo, spesso ottenuti grazie allo sfruttamento di altri fratelli”, prosegue Rolandi, richiamando le parole di Papa Francesco – “Rifugiati, perdonate la chiusura delle nostre società” – dette all’indomani della visita in Grecia. “Siamo giunti a un’età in cui la speranza di ‘cambiare il mondo’ è piuttosto affievolita – osserva il direttore – e soprattutto ci si accorge di aver usato una montagna di risorse ed energie a perseguire ideali anche buoni, addirittura doverosi, ma che non hanno colmato il desiderio di bene che ci abita”. “Il tempo e lo spazio per compiere un atto davvero decisivo, dovrebbe contenere veramente una scelta per la vita oltre se stessi”, continua Rolandi, per il quale “in questi tre anni di papato Francesco sta insegnando una cosa semplice: il Vangelo va annunciato e vissuto nelle opere di carità. Amare Dio, i fratelli è il fondamento dell’esistenza”. “Non si inseguono utopie – conclude Rolandi – ma, consapevoli dei limiti umani, sia la speranza cristiana a guidarci per un altrove migliore che parte già dal qui e ora”.

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