Monsignor Galantino: “mi piacerebbe questo fosse il secolo delle opere di misericordia spirituali”

“A me piacerebbe che questo fosse il secolo delle opere di misericordia spirituali: sono quelle di cui l’uomo ha oggi più bisogno”. L’auspicio è di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenuto questa sera alla tavola rotonda “La Chiesa italiana davanti alla sfida della realtà” promossa alla Camera dei deputati da Fondazione Toniolo, associazione “Argomenti 2000” e Laboratori della dottrina sociale. Interpellato sul concetto concreto di misericordia come chiave di lettura della realtà sociale, ha fatto una premessa: “Ho una grande stima per la politica e il servizio che tanti di voi rendono in maniera esemplare”. “Quell’invito del Papa a creare segni di misericordia – ha spiegato – richiede di capire cos’è la misericordia come dimensione antropologica: la vive come stile chi crede nella perfettibilità della persona”. Chi invece “non perde occasione di criticare il Papa per l’Anno della misericordia, probabilmente non ha un problema politico ma antropologico: molte volte abbiamo bisogno di misericordia per andare avanti. Chi crede nella misericordia crede che su di noi non viene messa una pietra tombale dopo un nostro errore. Chi sta criticando questo invito all’esercizio della misericordi anche nelle relazioni, o pensa di non avere il peccato originale o pensa di non essere mai caduto e di non avere bisogno di rimettersi in piedi”. “L’800 e il 900 – ha chiosato – sono secoli in cui le opere di misericordia corporali sono state straordinarie. A me piacerebbe che questo fosse il secolo delle opere di misericordia spirituali: sono quelle di cui l’uomo ha oggi più bisogno. Occorre creare spazi in cui i dubbi, la fatica di andare avanti, la fragilità della famiglia e dei singoli possano trovare accoglienza”.

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