Lavoro: Bruni (Lumsa), “no all’etica dell’incentivo e della produzione” che conduce a “scartare le persone con altri meriti”

No “all’etica dell’incentivo e del merito solo a fini di produzione aziendale” nel mondo del lavoro perché conduce alla “cultura dello scarto” ossia a “scartare persone che hanno altri meriti”. Lo ha detto oggi Luigino Bruni, docente di Economia politica all’Università Lumsa, durante la tavola rotonda sul dopo-crisi nell’ambito del convegno nazionale delle Caritas diocesane in corso dal 18 al 20 aprile a Sacrofano (Roma). “Oggi si soffre per le parole cattive nei confronti dei lavoratori – ha affermato -. Ci stiamo abituando a guardare i lavoratori come fannulloni ma finché non ‘bene-diciamo’ il lavoro nel senso di parlarne bene, il lavoro non guarisce. Dobbiamo approcciare in modo diverso al mondo del lavoro: una legge costruita sull’ipotesi che l’essere umano è un fannullone, ad esempio, non può che produrre fannulloni”. Bruni ha posto in evidenza anche il tema del “corpo” da considerare nella sua interezza, “dal bambino all’anziano alla morte, non solo quando è giovane è bello”, altrimenti “non si capisce nemmeno la povertà”. “Il mondo non sa invecchiare e se non si riconcilia con il corpo si deprime”. Da qui un consiglio spiritoso: “Servono moderne ‘Confraternite della buona morte’ che re-insegnino a morire”. Infine, Bruni ha invitato a recuperare il valore “dell’indignazione” e a “porre domande civili e politiche ai parlamenti e ai governi”. Infine, facendo riferimento alla figura biblica di Noè che ha costruito l’arca per salvare l’umanità e gli animali – in contrapposizione con la Torre di Babele che significa arroccamento, paure e muri come “sta accadendo oggi in Europa” – ha auspicato che le Caritas “continuino a porre domande a chi ancora costruisce Babele”.

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