Cardinale Bagnasco: a Stati generali esecuzione penale, pene tendano “a riscatto umano del colpevole”

Le pene devono avere “una funzione deterrente” e nello stesso tempo tendere “al riscatto umano del colpevole”. A ricordarlo è questa sera a Roma il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’intervento pronunciato presso l’auditorium della Casa circondariale nuovo complesso Rebibbia “Raffaele Cinotti”, in occasione degli Stati generali dell’esecuzione penale che si concludono domani. Nel sottolineare che scopo della politica è il perseguimento del “bene comune” da tradurre e sviluppare “all’interno di ogni aspetto della vita sociale e dell’ordinamento dello Stato”, il card. Bagnasco ha definito “necessaria” un’autorità politica “capace di dirigere le energie di tutti i cittadini verso l’individuazione del bene comune, ma non in forma meccanica o dispotica, bensì innanzitutto come forza morale alla luce della libertà e della coscienza del compito ricevuto”. Per questo la Chiesa “da sempre stima degna di considerazione l’azione di quanti si dedicano al bene della cosa pubblica in tutti i suoi aspetti”. Quanto alle pene, necessarie per garantire l’ordine e la sicurezza sociale, devono avere “una funzione deterrente”, e nello stesso tempo tendere “al riscatto umano del colpevole. La pena, pertanto, deve sempre avere una intenzionalità non solo preveniente e compensativa, ma anche medicinale affinché nessuno sia abbandonato ai bordi della strada e la comunità civile svolga il proprio ruolo verso tutti”. “In una società intesa come rete di relazioni, non esiste un atto criminoso che resti isolato: anche quello che colpisce una singola persona ha sempre una ricaduta generale”.

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