Mediterraneo-Balcani: Canak (Tuc-Serbia), per sviluppo e lavoro necessario “globalizzare la formazione”

Branislav Canak, segretario nazionale del sindacato serbo Tuc-Nezavisnost (foto Varoujan Aharonian/Mcl)

(dall’inviato Sir a Tirana) I capitali non prendono la strada dell’economia reale, ma entrano nel circolo, non sempre virtuoso, dell’alta finanza, perché “soldi producono soldi”. Nel frattempo “cresce la disoccupazione”, con “26 milioni di persone senza lavoro nell’Ue, 6 milioni dei quali sono giovani”. Branislav Canak, segretario nazionale del sindacato serbo Tuc-Nezavinost, ha insistito sul tema del lavoro e della formazione professionale nel suo intervento al convegno sul dialogo sociale, promosso da Mcl, Eza ed Efal a Tirana (Albania). I lavori, iniziati ieri alla presenza di delegazioni di 15 Paesi Ue, dei Balcani e del Mediterraneo, ruotano attorno a vari temi intrecciati tra loro: sviluppo economico, ruolo dei lavoratori e del sindacato, impresa, migrazioni, formazione scolastica, futuro delle giovani generazioni. Ma si parla anche di ruolo della cultura, di promozione e regolazione della politica, di scenari sovranazionali. In questo senso Canak ha parlato della formazione come “diritto” e “patrimonio” che “deve essere globalizzata”. I lavori proseguono con relazioni sulle politiche sociali in Albania (interviene il ministro albanese del welfare Blendi Klosi); quindi Gian Paul Gauci, vicedirettore di Uhm-Malta, affronta il tema “Il Mediterraneo, frontiera o nuovo modellodi integrazione”. Segue Franjo Topic (Napredak, Bosnia-Erzegovina) su “Il lavoro come strumento dell’uomo e del mondo”.

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