Cardinale Montenegro: “È tempo che per gli stranieri oltre che dare aiuti, si rivendichi giustizia”

“Noi siamo abitualmente tentati di rifiutare ciò che è diverso da noi e non è in sintonia con il nostro mondo, non rendendoci conto che agendo così lasciamo cadere grandi occasioni di crescita”, così il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente nazionale della Caritas, intervenendo oggi a Cesena, nel corso della presentazione della 1ª edizione del Dossier sulle povertà, organizzato dalla Caritas diocesana. “Se si ergono paletti per garantirsi sicurezza, succede anche nelle comunità ecclesiali, – ha detto il card. Montenegro – la fede rischia di diventare una forma di narcisismo, di autocompiacimento”. Perché ciò non avvenga “è necessario che l’accettazione dell’altro non si limiti al rispetto formale delle regole della buona educazione, ma sia vera sul piano umano”. L’ospitalità, ricorda il presidente Caritas “è soprattutto capacità di accogliere la ricchezza di stimoli che l’ospite introduce nelle nostra vita. La nostra cultura individualistica raramente accetta il diverso. La nostra cultura ci rende accoglienti/tolleranti solo con chi riesce ad adeguarsi alle nostre abitudini, ma senza creare problemi”. Il card. Montenegro evidenzia che “oggi in gioco non c’è solo l’accoglienza degli immigrati, ma il modello di civiltà del futuro. La difesa degli interessi dei forti, facendo pagare il prezzo ai deboli, indebolisce la struttura della stessa società. Probabilmente, più che la paura dello straniero, l’immigrazione fa venire a noi la paura dello straniero che è in noi. Dimmi chi escludi e ti dirò chi sei”. “Ci siamo sempre considerati ‘la civiltà’, – chiarisce – oggi questa convinzione vacilla. La migrazione sta mettendo accanto tante civiltà. Ognuno ha qualcosa da imparare e da donare agli altri. Sino a quando l’immigrazione sarà considerata un problema di sicurezza (lo è, ma non è il solo!), sarà sempre più oscurato l’aspetto umanitario e si terrà sempre meno conto dei diritti umani”. “È tempo che per gli stranieri oltre che dare aiuti, si rivendichi giustizia – ha esortato il card. Montenegro -. Con i soli aiuti uno straniero acquista una mentalità da disuguale, da assistito. In un contesto di giustizia lo straniero si sente più uguale e impara ad essere creativo, a mantenere il proprio equilibrio personale e a salvaguardare la propria identità culturale”.

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