Mediterraneo-Balcani: Parsi (Univ. Cattolica), per Ue e Balcani percorso convergente. “Gestire insieme problemi comuni”

Tirana: l'intervento di Vittorio Emanuele Parsi al convegno Mcl (foto Varoujan Aharonian)

(dall’inviato Sir a Tirana) – “Immigrazione, integrazione e sicurezza: le sfide decisive per l’Unione europea”: era il tema assegnato a Vittorio Emanuele Parsi, docente dell’Università Cattolica di Milano ed esperto di politica internazionale, nell’ambito del convegno sul dialogo sociale tra Mediterraneo ed Europa, in corso a Tirana (15-17 aprile). Parsi è partito dalla constatazione che fra i tre elementi “c’è una stretta relazione”, che attraversa la storia dell’Europa comunitaria. “L’allargamento verso est dell’Ue è stata – ha spiegato il professore – una riuscita azione per la sicurezza”, con la quale l’Unione, dopo il crollo della Cortina di ferro, ha esteso l’area di democrazia, pace e sviluppo attorno a sé. “Ma oggi questo percorso è traballante, perché nella situazione attuale è difficilissimo parlare di integrazione/allargamento di altri Paesi o, peggio ancora, di integrazione dei migranti”; anzi, “l’opinione pubblica non ne vuol sentire parlare”. L’Ue ha, secondo il relatore, “peccato di bulimia: è il caso dei rapporti con l’Ucraina”, un’apertura di credito e un rafforzamento della partnership” con Kiev “che hanno insospettito Mosca”, divenendo “una delle cause del conflitto tra Ucraina e Russia”. Ciò a dire che non tutti gli allargamenti e le integrazioni “portano esiti positivi”.

“Al contrario, con i Balcani non si è avuto uguale coraggio, uguale determinazione”. In questo caso si sarebbe dovuto propendere “per una più rapida integrazione di questa regione”, indirizzandone gli Stati verso riforme e ammodernamento politico, economico e sociale. “La sfida, che unisce Ue e Balcani, potrebbe essere: gestiamo insieme i problemi comuni”, comprese le migrazioni, la tutela dei diritti, la lotta alla corruzione, “per un reciproco vantaggio”.

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