Mediterraneo-Balcani: Parsi (Univ. Cattolica), “migrazioni richiedono risposte concrete e possibili”, non solo “ideali”

(dall’inviato Sir a Tirana) – “Bisogna avere il coraggio di dire che le migrazioni sono un fenomeno strutturale di questa epoca, che non si risolveranno in poco tempo, che avranno costi elevati e non è detto che l’esito sarà sicuramente positivo” per l’Europa e la società europea nel suo complesso. Nel suo intervento al convegno di Tirana, Vittorio Emanuele Parsi (Università Cattolica di Milano) ha affrontato innumerevoli argomenti: il futuro del processo di integrazione anche in funzione delle “sfide presenti”, delle migrazioni, della trasformazione dell’economia in senso monetaristico, fino allo sviluppo dell’area balcanica e del Mediterraneo. Ampio lo spazio assegnato alle pressioni migratorie e “agli errori” con i quali “sono affrontate dai leader politici dei Paesi europei”. “La gente sa che le migrazioni hanno un costo, in ogni senso, quindi è inutile negarlo, così come esse non vanno cavalcate” in senso populista, “come Marine Le Pen o i partiti dell’estrema destra in Europa”. “Ma nemmeno il Papa da solo fornirà una soluzione. Certo, una posizione”, come quella assunta da Bergoglio, “sul piano etico ci vuole, ma essa deve illuminare il piano pratico, le risposte concrete e possibili” a un fenomeno con “numeri che spaventano”.

Parsi ha fortemente criticato chi intende Schengen, ossia la libera circolazione nell’Ue, “come un totem, un tabù”, perché “Schengen garantiva la libera circolazione del lavoro, dopo quella dei capitali, in un sistema chiuso, in un mercato chiuso. Ma oggi non è più così”. Per questo “non possiamo stare con austriaci e ungheresi che elevano muri” per fermare i migranti, “sono risposte sbagliate”, ma “il problema è reale”. Da qui un’ulteriore analisi del quadro internazionale, che necessita di una soluzione politica, nel senso della stabilità, nelle regioni attorno all’Europa, “sulle quali però – ha affermato il relatore – l’Ue ha poca voce in capitolo”.

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