Mediterraneo-Balcani: Cutillo (ambasciatore Italia), migrazioni come “ponte” e strumento di crescita economica

L'ambasciatore italiano in Albania, Alberto Cutillo (foto Varoujan Aharonian/Mcl)

(dall’inviato Sir a Tirana) – “Abbiamo tutti il dovere dell’accoglienza, perché i migranti sono esseri umani come noi. Ritengo che sia anche questo il significato della visita di domani del Papa a Lesbo”. Alberto Cutillo, ambasciatore italiano a Tirana, è intervenuto al seminario di due giorni in corso nella capitale albanese, portando il saluto del Governo italiano e sviluppando un’analisi sul fenomeno migratorio. “Si tratta di una sfida grande che segnerà il percorso dell’integrazione europea”, ha affermato Cutillo. A suo avviso “le riforme e gli interventi messi in campo finora non sono stati sufficienti. Nel frattempo le opinioni pubbliche hanno maturato una paura diffusa di perdere parte del loro benessere. Si è sviluppato un timore verso gli stranieri. Eppure abbiamo il dovere dell’accoglienza”: da qui una sfida politica e sociale che investe, secondo l’ambasciatore, l’intera europea. Cutillo (che ha svolto anche alcune osservazioni sul dialogo sociale, tema del convegno) si è poi soffermato sulle migrazioni albanesi verso l’Italia, soprattutto dai primi anni ’90. “Allora ci sembrava di essere di fronte a un fenomeno gigantesco e ingovernabile”, ma gli esiti “sono stati differenti”.

“Oggi ci sono circa 500mila albanesi in Italia, con un esempio positivo di convivenza”, e con un “contributo albanese” allo sviluppo economico dell’Italia: “Si contano 30mila piccole imprese albanesi in Italia, 33mila attività artigiane”. Le rimesse che tornano in Albania, “pari a 120 milioni di euro l’anno, aiutano lo sviluppo di questa nazione”. Al contempo si registrano “tanti rientri di emigrati albanesi dall’Italia, che poi investono i loro risparmi per creare imprese e lavoro qui in Albania”. Quindi l’osservazione finale dell’ambasciatore: “Anche così”, attraverso il fenomeno migratorio, “si è creato un legame virtuoso, un ponte tra Albania, Italia ed Europa”.

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