Frontiere d’Europa: Balibar (filosofo), “le culture non solo sono in costante evoluzione, ma sono frutto dei loro contatti e delle loro traduzioni”

“È necessario convincersi dell’idea che la dimensione culturale non solo non è esterna al progetto politico europeo, ma ne rappresenta una parte cruciale. L’abbandono di questa dimensione, in termini di attenzione collettiva, è largamente responsabile delle difficoltà politiche della costruzione europea e delle difficoltà di risolvere o semplicemente affrontare le emergenze di questi giorni. Questa trascuratezza è ovvia e drammatica quando si arriva a definire le frontiere dell’Europa e dunque la sua identità, ma lo è anche riguardo al problema di un mandato politico al di là dello Stato nazione”. Lo ha detto il filosofo francese Étienne Balibar, intervenendo oggi pomeriggio al seminario che si è tenuto all’Università Cattolica di Milano dal titolo “Universalismo dei valori o tutela della soggettività”. L’evento di oggi, che si è tenuto nell’aula magna dell’Ateneo, fa parte del ciclo di incontri sul tema “Sovranità degli Stati, frontiere dell’Europa”. Nel corso del suo lungo intervento il filosofo si è soffermato più volte sull’importanza per l’Europa di coltivare le sue radici multiculturali, sottolineando che “la maggior parte delle società nazionali oggi sono effettivamente multiculturali, nel senso che combinano stili, religioni, tradizioni artistiche che provengono da molte fonti differenti. Purtroppo – ha proseguito Balibar – noi europei ignoriamo il fatto che le culture non solo sono in costante evoluzione, ma sono frutto dei loro contatti e delle loro traduzioni. Si differenziano e si mischiano; uno degli aspetti decisivi dell’epoca globale e post coloniale in cui viviamo è proprio il fatto che le combinazioni non stanno avendo luogo solo al di fuori dell’Europa, come risultato dell’intrusione violenta delle culture europee nelle civiltà dell’India, dell’Africa del Sud America, ma anche all’interno dell’Europa stessa, come risultato del flusso che ritorna in Europa e che può assumere anche aspetti violenti”.

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