Frontiere d’Europa: Allott (Univ. Cambridge), “scoprire e ricostruire i più alti valori” dell’Ue

“È doloroso dover affermare che l’Unione europea non è una nazione. Una nazione può essere genetica o generica, fatta di una nascita comune o di un comune modo di vivere. Dobbiamo allora ricostruire al contrario l’identità immaginaria dell’Unione europea, per scoprire e ricostruire i più alti valori che questa unione riflette. Questi valori comprendono ideali che ispirano e indirizzano il comportamento umano al servizio del benessere di ogni persona e di tutte le società”. Lo ha detto Philip Allott, professore emerito di diritto internazionale all’Università di Cambridge, intervenendo oggi pomeriggio al seminario che si è tenuto all’Università Cattolica di Milano dal titolo “Universalismo dei valori o tutela della soggettività”. L’evento di oggi, che si è tenuto nell’aula magna dell’Ateneo, fa parte del ciclo di incontri sul tema “Sovranità degli Stati, frontiere dell’Europa”. Nel corso del convegno ha preso la parola anche Marco Rizzi, docente di filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Oggi la sfida dialettica è particolarmente stimolante – ha affermato Rizzi – in un mondo di sempre maggior caos, dominato da sistemi sociali ed economici autoreferenziali nei cui meccanismi è difficile inserire idee trascendenti. Un mondo in cui i conflitti culturali sono andati oltre la dialettica beneducata per diventare ancora una volta una questione di vita o di morte, centrata su entità immaginarie ereditate di tutti i generi, alcune buone d alcune molto cattive. L’intelletto europeo, avendo fatto così tanto per l’umanità globale, ha la responsabilità di immaginare nuovamente il proprio status politico, incluso il sogno conosciuto come Unione europea, e di immaginare nuove entità per aiutare a rendere il mondo umano a diventare ciò che potrebbe essere e ciò che dovrebbe essere”.

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