Legalità: mons. Staglianò (Noto), “il cristianesimo ha a che fare con la legalità”

“Il cristianesimo ha a che fare con la legalità perché costruisce nella vita di voi giovani dei contenuti – i valori – belli e buoni. Noi siamo fatti per amare”. Lo ha affermato il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, intervenendo all’iniziativa “In marcia per ricordare… per dire no alla mafia” che si è tenuta l’11 aprile da Raffadali a Joppolo Giancaxio (Ag). Il resoconto della giornata è in un video pubblicato dal settimanale della diocesi di Agrigento “L’Amico del Popolo”.

Imbracciando una chitarra, mons. Staglianò ha sottolineato che “legalità ha a che fare con l’obbedienza alle leggi e alle regole”. “E se le leggi le fa Nerone, che cos’è la legalità? Se le regole le stabilisce Nerone, legalità vuol dire obbedire a lui?”, ha chiesto il vescovo di Noto. “Quando vi viene detto che obbedire alle leggi è il cuore pulsante della legalità occorre che noi ci domandiamo: le leggi con chi hanno a che fare?”. “Oggi – ha aggiunto – un discorso concreto sulla legalità va fatto contestualmente alla creazione di un nuovo villaggio globale. Quando un popolo non è più democratico, quando la democrazia viene svuotata di ogni valore e diventa procedura che cosa vuol dire legalità, che cosa vuol dire obbedire alla legge?”. Dopo aver interpretato la canzone “Meno male che adesso non c’è Nerone” di Edoardo Bennato, mons. Staglianò ha affermato che “nella società dell’ipermercato, abbiamo attenuato fino a svilire il senso del sacrificio che è inscritto dentro le nostre relazioni più sacre”. E citando il brano “La borsa di una donna” di Noemi, il vescovo di Noto ha puntato il dito contro “chi sviluppa dentro il suo cuore una smaniosa voglia frustrata di piacere per la quale evaderà tutte le tasse possibili, ogni regola perché deve godere e deve piacere”. “Anche questo ha a che fare con la legalità”. “Quelli che noi chiamiamo mafiosi sono uomini e donne, in loro splende l’immagine e somiglianza di Dio, ma con la loro vita malavitosa, con il loro disprezzo della dignità dell’altro, con la loro tracotanza e prepotenza di chi vuole dominare, sopraffare, mercificare e addirittura uccidere stabilendo cosa è bene e cosa è male come fossero Dio, non restano umani”. “Per restare umani ci vuole coraggio di andare controvento. E il vento è l’egoismo, l’interesse, il piacere”. Mons. Staglianò ha ricordato anche la figura di “don Pino Puglisi, un martire della fede a causa della morte che la mafia gli ha donato” e ha ricordato che “se prima di Gesù Dio era grande nell’amore e lento all’ira, con Gesù Dio è solo Amore, non si vendica e chiede a chi cammina per le strade degli uomini di non vendicarsi. ‘Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano’”. “Questo – ha ammonito – non vuol dire essere complici dei propri nemici e fare il male che loro fanno”.

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